L'iconografia è soprattutto un lavoro d'amore, che la mia cara amica suor Maria Gloria Riva – monaca dell’Adorazione Eucaristica, ben esprime:
“C’è un nesso profondo fra arte e preghiera, fra icona e mistero, fra cuore e mano.
Quello che colpisce nell'iniziare a dipingere icone è che non puoi barare. Viene fuori subito la tua umanità, così come è. Lo sguardo del Cristo che prende forma sotto i tuoi occhi è lo sguardo con cui tu ti guardi e con cui Dio - almeno secondo la tua percezione - guarda te. […]
Quello che colpisce nell'iniziare a dipingere icone è che non puoi barare. Viene fuori subito la tua umanità, così come è. Lo sguardo del Cristo che prende forma sotto i tuoi occhi è lo sguardo con cui tu ti guardi e con cui Dio - almeno secondo la tua percezione - guarda te. […]
L'icona emerge dal colore bruno della terra, dall'oscurità della tua umanità. Ci si accorge al termine che anche i toni scuri hanno il loro senso, portano il loro insostituibile contributo. É ciò che accade nella nostra vita: il nostro peccato ci trascina nell'oscurità eppure è proprio alla luce del nostro essere peccatori che possiamo comprendere meglio la grazia della salvezza e il cuore del Salvatore. Così, nell’icona, ogni colore, ogni sfumatura ha un suo significato.
Diventare iconografi è un cammino”. […]
Preghiera che l'iconografo recita prima di iniziare a scrivere un'icona.
O Divino Maestro,
fervido artefice di tutto il creato,
illumina lo sguardo del tuo servitore,
custodisci il suo cuore,
reggi e governa la sua mano
affinché degnamente
e con perfezione
possa rappresentare la tua immagine
per la gloria, la gioia e la bellezza
della tua santa Chiesa.
Amen
fervido artefice di tutto il creato,
illumina lo sguardo del tuo servitore,
custodisci il suo cuore,
reggi e governa la sua mano
affinché degnamente
e con perfezione
possa rappresentare la tua immagine
per la gloria, la gioia e la bellezza
della tua santa Chiesa.
Amen