Per facilitarmi il lavoro in questo periodo, ho deciso di allestire un angolo della cucina per l'iconografia, così perdo meno tempo e non devo riordinare e metter via ogni volta tutto il materiale occorrente. Non è il massimo lo so bene, ma devo dire che avere il lavoro davanti ogni giorno mi permette di sfruttare anche solo mezz'ora di tempo.
Pasqua è arrivata e il lavoro non era completato, tanto per cambiare ho avuto ben 10 giorni con la salute a terra, così insieme ad Aurora decidiamo che darà il regalo agli sposi dopo il viaggio di nozze. La decisione mi rassicura perché, salute a parte, non amo in alcun modo fare i lavori in fretta, mi sembra di farli meno bene, l'iconografia non è un lavoro che puoi fare velocemente, devi rispettare dei tempi di asciugatura perché altrimenti rischi di rovinare tutto.
Non so se anche per altri è così, ma a me piace lasciar sedimentare il lavoro, osservarlo per giorni prima di decidere come proseguire. Probabilmente, anzi sicuramente, questo mio modo di lavorare è legato ad una non abitudine a lavorare da sola, ma sempre all'interno di corsi, quindi supportata dai suggerimenti dei maestri nelle decisioni da prendere.
La Vergine di Vladimir è dunque in tutto e per tutto il mio personale trampolino di prova per il laboratorio d'iconografia, già con queste tavolette mi rendo conto di aver acquisito molta più sicurezza anche nello sperimentare, tanto so che non è un problema se sbaglio qualcosa, perché posso sempre grattare quel particolare o quella parte e ricominciare da capo. Mi ricordo la veste della Vergine Eleousa in piedi di San Salvatore in Chora, l'ho grattata 5 o 6 volte, non riuscivo ad ottenere il colore che volevo, e alla fine il risultato è stato più che soddisfacente.
Personalmente mi hanno fatto crescere quei maestri che mi han corretto pur permettendomi di sbagliare e sperimentare personalmente le varie scelte. Anche un suggerimento di procedura diversa dopo che hai terminato, ti lascia libera se grattare e ripartire seguendo le indicazioni, o lasciare ciò che hai fatto anche se non soddisfacente.
Mi dicono che non è utile raccontare i problemi, specialmente se si vuole avviare un laboratorio d'iconografia, ma io sono del parere che se qualcuno vuole approcciarsi all'iconografia, non debba conoscere solo il bel risultato ottenuto, ma anche la fatica e le prove per arrivarci, il risultato non ha bisogno di commenti è lì da vedere.
L'iconografia è per me un cammino in tutti i sensi, principalmente nella conversione del mio cuore, e per questo trovo naturale iniziare con l'umiltà di ammettere errori e fatiche, dicendo pane al pane e vino al vino, anche perché se tu glielo domandi, c'è il Signore che ci mette sempre lo zampino nel guidare la tua mano.
L'iconografia è per me un cammino in tutti i sensi, principalmente nella conversione del mio cuore, e per questo trovo naturale iniziare con l'umiltà di ammettere errori e fatiche, dicendo pane al pane e vino al vino, anche perché se tu glielo domandi, c'è il Signore che ci mette sempre lo zampino nel guidare la tua mano.
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