sabato 15 ottobre 2011

San Simeone

«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo, Israele.»

«Nunc dimittis servum tuum, Domine,
secundum verbum tuum in pace:
Quia viderunt oculi mei salutare tuum
Quod parasti ante faciem omnium populorum
Lumen ad revelationem gentium,
et gloriam plebis tuae Israel.» 

Il Nunc dimittis, la bellissima preghiera che Simeone rivolge a Dio nel contesto della Presentazione di Gesù al Tempio, è anche chiamato Cantico di Simeone e viene recitato o cantato tutti i giorni nella Compieta.

Il Vangelo mette il Nunc dimittis sulle labbra del vecchio Simeone che aveva ricevuto dallo Spirito la promessa di sopravvivere fino alla venuta del Messia, mosso dallo stesso Spirito entra nel Tempio, prende tra le braccia il Bambino Gesù e loda Dio, chiede poi congedo a Dio perché ha potuto vedere il Cristo esprimendo la sua gioia (Lc 2,29-30) e predicendo la gloria del Salvatore.


Nel 2008 mi accingo a frequentare il mio terzo corso con l'intento di raffigurare l'icona di San Simeone.

L'icona che mi accingo a fare è un particolare della Presentazione del Signore al Tempio, in quanto raffigura solo San Simeone con in braccio Gesù, non compaiono Maria e Giuseppe che portano Gesù al Tempio. La Presentazione di Gesù al Tempio, nella Chiesa ortodossa orientale e in alcune Chiese orientali cattoliche, è una delle dodici grandi feste ed è chiamata "Hypapante".



E' una festa del Signore; ricorda uno dei primi episodi della vita di Gesù, narrato in Lc 2,22-39; è celebrata dalla Chiesa Cattolica il 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale. In precedenza la festa era anche detta della Purificazione di Maria, perché, secondo la legge mosaica la donna che aveva dato alla luce un figlio maschio era considerata impura e non poteva accedere al Santuario per 40 giorni, che raddoppiavano con la nascita di una femmina. Trascorso il periodo, secondo l'usanza ebraica veniva presentato al Tempio, e qui in virtù delle preghiere e delle offerte, avveniva anche la purificazione della madre.

È detta popolarmente Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, poiché nell'episodio Cristo è detto da Simeone "luce per illuminare le genti".
  


Quando ho visto l'immagine dell'icona originale che dovevamo riprodurre, non ero per nulla felice, la riproduzione era piuttosto rovinata e mi sembrava mancante di colori quindi difficile da riprodurre. Desideravo scrivere un'icona della Vergine e questa non mi soddisfaceva neanche un po'. 

Ma come al solito le strade del Signore non sono le nostre è Lui che muove i nostri passi, e volete sapere cosa penso ora, questa, per motivi diversissimi, è sicuramente tra le icone che preferisco.

Ma non solo, ho scoperto che mia nuora Elisabetta è molto devota a San Simeone e ogni sera ne recita la preghiera così come le aveva insegnato lo zio Carmelo Caporale. 

Come potete immaginare l'icona andrà in dono ad Elisabetta.
Pensate quindi al cuore con cui l'ho realizzata.

Ecco un particolare del busto e lo studio delle luci e dei volti.
vedi anche il post successivo con le immagini dell'icona da me realizzata di San Simeone e il pigmento dioptasio
 






















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